lunedì 21 marzo 2011

Nucleare sì o Nucleare no?


Le centrali sono una "soluzione di retroguardia" e non risolveranno il problema' dice Jeremy Rifkin in un'intervista.
Jeremy Rifkin non ha dubbi: quella atomica è una strada sbagliata, di retroguardia. L'Italia non dovrebbe passare al nucleare anche secondo noi.
In Italia per le centrali nucleari si userebbe l'uranio e come il petrolio presto ce ne sarà poco e costerà molto di più. Un altro sarà lo smaltimento delle scorie (un problema aperto rammaticamente aperto anche negli Stati Uniti dove lo studiano da anni. "Vi immaginate uno scenario tipo Napoli, ma dove i rifiuti fossero radioattivi?" è il suo inquietante memento. Meglio puntare su quella che lui chiama la "terza rivoluzione industriale".
Il problema col nucleare è che si tratta di un'energia con basse probabilità di incidente, ma ad alto rischio (provocherebbero scorie radioattive pericolose per tutti).
Non succede quasi mai niente di brutto, afferma Jeremy Rifkin, ma se qualcosa va storto può essere una catastrofe. Come Chernobyl.
Il passaggio al nucleare avesse un impatto sull'ambiente bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così facendo fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. C'è qualcuno sano di mente che pensa che si potrebbe procedere a questo ritmo?
La Cina ha ordinato 44 nuove centrali nei prossimi 40 anni per raddoppiare la sua potenza produttiva. Ma si avvia ad essere il principale consumatore di energia...".

Che non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire impianti nucleari. Temo che non sia noto a tutti che circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori.

Non sappiamo ancora come trasportare e stoccare le scorie, i rifiuti sarebbero nucleari.

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